Ora che abbiamo assodato quale sia la migliore soluzione per creare un sito affiliato long-term e soprattutto forte, cercherò di illustrarti tutto ciò che concerne il discorso link building. Le tecniche off-site da utilizzare in questo ambito sono davvero tante ma devo riuscire a racchiuderle tutte nello stesso post per aiutarti ad organizzare le varie idee.
Come fare link building? E’ così importante? La risposta è si, la link building è alla base del posizionamento specialmente nei settori più competitivi e a tal proposito ti illustro un case study che sicuramente dimostrerà quanto sia essenziale. Documento questa guida completa alla creazione della link popularity con un esempio concreto.
- Parte Nera: il grafico parla abbastanza chiaramente, nella prima fase dopo la creazione ho abbandonato il progetto per dedicarmi ad altro e, nei 3 mesi e mezzo dalla registrazione del dominio, c’erano 9 pagine con contenuti ottimizzati.
- Parte Arancione: dopo tutti quei mesi il sito non si posizionava, dunque ho deciso di creare nuovi contenuti e di pubblicarli in un arco di tempo di 2 mesi e mezzo. In questo caso si può notare in modo evidente come il sito abbia iniziato a carburare con più visite, dato che appariva in più SERPs. Tuttavia, visto il ritmo di crescita davvero lento (dalla creazione del sito erano passati 6 mesi), a Luglio ho deciso di partire con una campagna per incrementare la link popularity.
- Parte Verde: inutile dire che questa campagna abbia prodotto dei risultati incredibili già dal mese successivo e, due mesi dopo, cioè il mese in cui sto scrivendo questo post, il traffico è letteralmente esploso. Ti ho illustrato questi dati perché nel 95% dei casi in cui non ho fatto link building, i siti non si sono posizionati e non sono cresciuti come speravo.
La conclusione logica di tutto questo è: se vuoi posizionarti con un sito affiliato, così come con un eCommerce, hai bisogno di link building applicata ad un piano editoriale di qualità ed una struttura adeguata. Dunque procedo nel dettaglio con le strategie e le tecniche avanzate per condividere la mia esperienza su come faccio link building in particolare su WordPress.
Come e quando
La link building è lo step più efficace ma allo stesso tempo è quello che richiede più attenzione e meticolosità. Puoi iniziare a fare link building nello stesso giorno in cui hai terminato la creazione del tuo sito, tuttavia ci sono delle “regole” da rispettare per non finire nel mirino di Google. Prima di partire, al fine di acquisire una conoscenza più completa sull’argomento, ti consiglio di leggere e studiare approfonditamente il libro di Ivano Di Biasi sulla Link Building, è stato un qualcosa di veramente illuminante. Inoltre puoi approfondire ulteriormente le tematiche leggendo la risorsa di Nathan Gotch per costruire backlinks efficaci, l’ho letteralmente studiata in questi mesi ed è un must read secondo me.
Fasi iniziali: Costruire un Brand
Fase intermedia: Guest Posts & Opportunità
Fase Finale: Mantenimento dei Posizionamenti
Ideale Velocità di Acquisizione?
Meglio tanti e di basso valore o pochi e Top quality?
✪ FAQs – Cos’è la Link Building – Significato e Definizioni
Fasi iniziali: come costruire un brand
Le prime manovre che vado ad eseguire sono quelle di brand building, cioè che riguardano il marchio, e lo faccio utilizzando anchor text con il nome del mio brand e senza alcuna keyword al proprio interno. Infatti Google ha una maggiore tolleranza quando si tratta di link con anchor text Brand ed allo stesso tempo sono link molto utili per questi tre motivi:
- Trasferiscono lo stesso valore al sito anche se non possiedono anchor text manipolative, infatti il motore di ricerca riconoscerà le keywords nel title del sito che riceve il link per posizionarlo proprio in quella SERP
- I link con anchor text branded aumentano la “consapevolezza” del nostro brand da parte di Google, il tutto attraverso il Knowledge Graph
- Incrementando la brand popularity saremo più forti di fronte ad un eventuale attacco di negative Seo
Il knowledge graph è proprio il concetto sul quale voglio soffermarmi. Google utilizza questa tecnologia per mettere in relazione persone, oggetti o brand con altre persone, oggetti e brand. Sul versante pratico, questo significa che, se dovessimo citare il nostro sito di televisori con il nostro nome brand (ad esempio Televisore24), in una pagina in cui si discute appunto di televisori, Google assocerà il nostro brand a quell’oggetto. Vien da sè che più associazioni vengono generate e più forte sarà il legame del nostro marchio con l’oggetto.
Google sfrutta ogni informazione disponibile nel proprio database per “capire” e giudicare ogni sito e, sulla base di queste informazioni, decide quanto trust attribuire. Per questa ragione, a mio avviso, la prima cosa importante da fare è generare richiami al nostro brand in pagine tematizzate, cioè dove si parla in modo specifico di televisori. Le sorgenti che risultano molto utili per raggiungere questo fine sono le seguenti.
Social Network
E’ una mossa più che vincente creare il profilo del nostro sito sui più autorevoli social network come Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin e SlideShare. E’ importante compilare ogni campo con il maggior numero possibile di parole, parlando del brand e di come si possa ad esempio scegliere un televisore sul nostro sito Televisore24. Tutti i social permettono di inserire un link nofollow al proprio sito all’interno del profilo ed è molto importante farlo, non tanto per la Seo vera e propria, infatti questi link non ti permetteranno di scalare le SERPs, tuttavia sono di vitale importanza per associare il tuo brand all’oggetto del televisore. Ricorda che più associazioni riesci a creare in questo senso e più sarà forte l’autorevolezza del tuo sito.
Forum
Queste piattaforme sono una miniera d’oro per Google e spesso si posizionando davvero bene perché hanno al proprio interno contenuti non duplicati e di buona qualità, cioè risposte alle domande degli utenti. Così come per i comunicati stampa, sui forum non faccio mai link building, cioè non mi serve andare a creare backlinks con anchor text manipolativo per posizionare meglio una pagina, anche perché Google sa benissimo che chiunque può iscriversi e pubblicare il proprio link su un forum. Al contrario, creo nuove associazioni del mio brand con i prodotti che vendo, sia con una citazione come “http://www.televisori24.com/” che con una menzione, cioè menzionando nel testo “Televisore24” senza alcun link. Google è in grado di riconoscere il mio nome brand e, non appena il crawler passa nella pagina in cui è presente la menzione o la citazione, raccoglie l’informazione e la collega al mio marchio. Oltre a questo fattore, i motori di ricerca sfruttano i forum per l’indicizzazione di nuove pagine nell’infinito tamtam della rete, quindi si agevola anche il processo di crawling del nostro sito da parte di Googlebot. A proposito di forum e piattaforme esterne, ti consiglio di approfondire anche l’opportunità che può offrirti Medium sul versante della Seo.
Commenti
Sono da utilizzare nelle campagne di brand building sia con citazioni che menzioni perché, così come i backlinks da directory, anch’essi rappresentano una fonte di approvvigionamento di informazioni per Google. E’ inutile utilizzarli nella speranza di manipolare il proprio posizionamento, infatti la parte della pagina in cui sono inseriti contiene tag ben precisi che comunicano a Google che quelli sono proprio commenti, cioè qualcosa che può inserire chiunque.
Dunque, nei contesti che ti ho illustrato precedentemente, i link nofollow giocano una partita molto importante. Sono quelli più facili da ottenere, aiutano a rendere più riconoscibile il tuo brand ed in più vanno a creare un equilibrio all’interno del profilo backlink. Come già specificato, questi link non hanno forza per il posizionamento diretto ma sono molto importanti e devi sicuramente averne molti e di buona qualità.
In questa sezione è doveroso specificare che sul versante BlackHat ci sono stati molti metodi e tools automatizzati per generare backlinks artificiali: Tier 1, Tier 2, .Edu, .Gov, siti Web 2.0 (.wordpress.com, .blogspot.it, .tumblr.com) testi spinnati e strutture piramidali. Molte di queste tecniche oggi non funzionano più o comunque hanno perso gran parte del proprio valore, tuttavia fanno parte della storia della link building prima dell’avvento di Panda, Penguin, Pigeon, Payday, Pirate, EMD, Hummingbird, Rankbrain, Fred. Molti di questi aggiornamenti non sono strettamente correlati con i backlinks ma hanno avuto il ruolo di affinare i risultati di ricerca di Google rendendoli sempre più difficili da manipolare con la sola link popularity. I tools che si utilizzavano per generare tali links sono i seguenti e funzionano anche oggi ma conviene sfruttarli per altri scopi.
Scrapebox, SEnuke, XRumer, ZennoPoster, GSA Ranker, Ubot, Magic Submitter, Money Robot Submitter e Seo Autopilot.
Fase intermedia: guest posts
I guest post sono il modo migliore per ottenere forza e trust da Google, ma non è tutto rose e fiori, ci sono infatti molte regole da osservare per evitare di buttar inutilmente i propri soldi, questo per acquisire solamente backlinks di qualità. Specifico subito che ognuno è libero di comprare backlinks a pagamento utilizzando servizi di PBN, acquistare servizi di social bookmarking, link da siti di spam o contenitori di guest posts, insomma ognuno possiede un proprio modo di lavorare e di concepire la link building. Personalmente ritengo questa operazione talmente delicata che preferisco evitare sia PBN che guest post economici di bassissima qualità che solitamente si trovano in offerta a 5 euro oppure che vengono venduti in pacchetti come se ci si trovasse nel supermercato. Questi link possiedono un valore, tuttavia molto spesso sono solo contenitori di link in uscita e non voglio associare nessuno dei miei money site a tali portali.
Paradossalmente bisogna avere molta più esperienza per individuare i siti di bassa qualità perché spesso si nascondono molto bene. Possono avere metriche molto alte e possono ingannare l’occhio che si concentra solamente su di esse, ecco perché qui di seguito cerco di illustrarti il procedimento che utilizzo per smascherare questi siti di bassa qualità. Di seguito la metodologia che utilizzo per effettuare una link building professionale e che solitamente viene utilizzata da consulenti esperti nella Seo.
Qualità di un sito per Guest Posting
Questa è la fase cruciale che distingue un buon link da uno che non solo non porterà valore ma potrà, nel lungo termine, portare con sè anche aspetti negativi. Il procedimento che seguo per capire se un backlink sia davvero di valore o meno è molto delicato e può cambiare le sorti dell’intera campagna. Per controllare, contare ed individuare i backlinks utilizzo Ahrefs perché è il mio tool preferito e lo uso da diversi anni, tuttavia segnalo altri tools perché è sempre meglio fare dei controlli incrociati e non fidarsi mai delle metriche e dei dati di un solo database:
SeoZoom, MajesticSeo, SemRush, Moz, Search Metrics, Sistrix, BuzzSumo, SE Ranking, URL Profiler, SEO SpyGlass (by SeoPowerSuite), SimilarWeb, Alexa e Raven.
Analisi della popolarità: l’obiettivo è capire se il sito dal quale voglio acquisire un guest post sia popolare o meno, infatti se voglio ottenere il trust da Google devo necessariamente ricevere backlinks trusted. Per prima cosa osservo i referring domains: questo dato rappresenta i domini unici che danno un backlink al sito dal quale voglio ricevere un link. Teoricamente più referring domains un dominio possiede e più forte sarà, tuttavia questo ragionamento è valido solo se ci importasse della quantità, ma in questa sede è della qualità che voglio parlarti. Dunque andando ad analizzare i referring domain nel dettaglio, l’obiettivo è capire quanti domini trusted linkano questo sito web.
Seleziono sempre i referring domains che danno un backlink dofollow, cioè la tipologia di link che trasferisce il valore diretto e, successivamente, ordino per DR – Domain Rating – e imposto il database Live. Non sono un grande fan delle metriche ma negli anni ho trovato pochi siti con un DR alto che avessero bassa qualità del profilo backlink, dunque la ritengo una metrica abbastanza affidabile, non a caso l’ordinamento per DR fa apparire subito i siti più importanti (nel nostro caso LaStampa, Unibo, Uniroma, IlFattoQuotidiano). Dallo screen emerge chiaramente la forza di questo profilo backlink, infatti vorrei sicuramente ricevere un link da una risorsa che a sua volta viene linkata da altre risorse di alto livello. A questo punto procedo con l’analisi degli anchor text alla ricerca di un’alta concentrazione di keywords exact match o di parole scritte in altre lingue (soprattutto cinese).
Gli anchor text devono apparire più o meno in questo modo, cioè con una forte prevalenza del nome del brand ed una bassissima percentuale di anchor text contenenti keywords. Se la situazione dovesse essere differente, ad esempio con una dominante presenza di keywords, significa quasi sicuramente che l’ottimizzazione sia stata fatta male, per posizionarsi per quelle keywords e, molto spesso, non si posiziona affatto perché si tratta di una forzatura. Da domini di questo genere è meglio non acquisire backlinks perché potrebbe essere potenzialmente pericoloso nel lungo termine.
Lo stesso vale se tra gli anchor text troviamo parole in altre lingue, infatti, sebbene dei siti autorevoli stranieri possano dare un buon backlink di valore, nella maggior parte dei casi questi evidenziano un tentativo di spam, magari se in precedenza il dominio è stato recuperato più volte da webmaster differenti. In tal caso il webmaster può aver effettuato il disawov ed aver eliminato quindi i link tossici, tuttavia è una situazione che non è sotto il nostro controllo. Non possiamo verificare la veridicità del disawov senza entrare nel Google Webmaster Tools dove si trova il file dei backinks rinnegati. Per questa ragione è sconsigliata una link building con siti di questo genere.
Perché osservare il numero di keywords per le quali si posiziona il sito dal quale vogliamo ottenere un backlink? Perché il numero di keywords solitamente indica se il sito è popolare o meno, o se piace a Google. Non c’è un numero ottimale di keywords ma sicuramente, se doveste leggere 100 o 200, ci possiamo trovare di fronte ai seguenti due casi:
- Il sito è nuovo, dunque si trova ancora nella fase inziale, questo è valido anche per i domini recuperati che sono stati appena rimessi online
- Il sito è poco popolare e molto spesso è un contenitore di guest posts
In entrambi i casi, sconsiglio di acquisire backlinks perché hanno davvero poco valore, quindi la spesa non compensa la resa. Il consiglio è di osservare il dominio a distanza di alcune settimane per capire se nel frattempo sia migliorato il suo rapporto con Google, dunque se si è posizionato per keywords degne di nota, in caso contrario è meglio evitare.
Oltre ad un’analisi quantitativa, eseguo sempre un controllo sul trend di crescita o trend negativi delle keywords e del traffico stimato. Voglio ottenere backlinks da siti che stanno crescendo nel posizionamento su Google, non di certo da portali che, in seguito ad una penalizzazione o ad un filtro di Google, abbiamo perso posizionamenti strategici. Sembra cosa da niente ma un sito che si trova nelle grazie di Google darà sicuramente un vantaggio maggiore perchè, se una fonte trusted conferisce un backlink ad un’altra fonte, è molto più probabile che anche il nostro sito venga considerato altrettanto degno di fiducia. Infine, un portale che si posiziona per moltissime keywords possiede come core business il traffico e non di certo la vendita di links.
Domini scaduti
Se ne vedono di tutti i colori ed in giro sono tantissimi a proporre guest post su domini recuperati. Si tratta di siti web che per cessazione di un’attività o per pigrizia sono stati abbandonati e lasciati scadere. Questi possiedono un profilo backlink proprio come tutti i normali siti web e possono essere molto forti oppure spazzatura, in base alla qualità. L’analisi che eseguo su questi domini è la stessa che riservo ai siti normali, però, quando parliamo di un expired domain, molto spesso i webmaster che li gestiscono tendono a trasformarli in contenitori di link in uscita.
Per questa ragione, in generale, evito di pubblicare guest post su tali portali, a meno che non siano gestiti attentamente, dunque con una buona parte di contenuti puliti da link e soprattutto preferisco quelli tematizzati, mai generalisti. In quest’ultimo caso, definire un expired domain “generalista” significa voler inserire al proprio interno ogni genere di link di ogni settore, per massimizzare i guadagni derivanti dalla vendita di guest post. Quest’ultimo è un esempio di sorgente da evitare assolutamente, infatti non voglio che il mio money site sui televisori sia linkato in un sito che contiene anche link esterni a portali di trading o cartomanzia.
Opportunità di guest posting
Trovare i siti dai quali acquisire guest posts non è un’impresa semplice, specialmente se vogliamo fare della link building davvero al top, dunque evitando tutte le sorgenti di bassa qualità che, sul lungo termine, potranno far perdere il vantaggio competitivo accumulato nel tempo. Dai miei dati ho capito che questi backlinks low quality sono efficaci nel breve periodo ma, quando un competitor si fa avanti con backlinks di tutto rispetto, non impiegherà molto tempo per posizionarsi meglio di me. Dunque l’obiettivo è gestire al meglio il proprio budget ma anche investire in siti di alta qualità che sul lungo termine possano garantire stabilità e mantenere tutti i posizionamenti intatti, o quasi.
Il metodo più efficace e diffuso per trovare opportunità di guest posting è individuare i nostri competitor e poi analizzare il loro profilo backlink per capire se ci sono siti che possono concedere un link anche a noi. Infatti se un sito linka una risorsa simile alla nostra, è statisticamente più probabile che sia disposto a linkare anche noi, ovviamente non sempre accade ma in questo modo aumentiamo le nostre probabilità. A questo punto basterà inviare delle richieste via mail per mettesi in contatto con il webmaster o il reparto “pubblicità” di quei siti ed attendere un riscontro. Solitamente vengono richieste somme in denaro ed alcuni siti accetteranno la vostra richiesta gratuitamente, quindi non vi resta che testare.
La stessa metodologia si può applicare direttamente nella ricerca di Google. Infatti è sufficiente cercare gli argomenti affini ai nostri per trovare opportunità di guest posting. Detto ciò, è difficile convincere un comeptitor o comunque un sito simile al nostro a darci un backlink, per questa ragione potresti essere tu a fare il primo passo. Ad esempio puoi creare un contenuto di qualità nella sezione Blog del tuo portale nel quale parli bene del tuo competitor, magari evidenziando i suoi punti forti. Puoi anche proporre al tuo competitor un’intervista o creare inforgrafiche utili per riassumere un determinato argomento in modo grafico. Sono sicuramente tecniche più vicine alla link earning. L’intervista ad esempio non solo farà piacere al tuo competitor, ma lo renderà anche più propenso a linkarti dalle sue pagine. In questo modo ho ottenuto sia backlinks sitewide che link diretti quasi a costo zero, chiedendo semplicemente di rendere pubblica l’intervista che gli ho appena fatto sul suo sito.
Fattore Sociale nella link Building
Quando si tratta di link building entra in gioco un fattore sociale molto importante. Ho capito che per riuscire a trovare opportunità serva conoscere molte persone, sia nell’ambito Seo che in quello riguardante il nostro sito, in questo caso parliamo di televisori. Fare networking con gli addetti al settore è una regola importantissima per avere a disposizione un numero praticamente illimitato di siti web dai quali acquisire backlinks ed è la base di tutte le attività di Digital PR. Ovviamente sto parlando di vantaggi sociali scambiati in modo reciproco, infatti, così come gli altri ci aiuteranno ad individuare i siti target per i nostri backlinks, allo stesso modo noi dovremo aiutare gli altri con le nostre conoscenze e senza che ci sia necessariamente scambio di denaro (gratis).
Non sto parlando di semplice scambio di link, al contrario mi riferisco ad uno scambio di informazioni, cioè io potrei conoscere alcuni webmaster nel settore dei Viaggi e potrei presentar loro un amico che ha bisogno di guest post in quel settore, così come lui può conoscere portali nel settore della tecnologia che possono far comodo al mio sito dei televisori. Il vantaggio è che, arrivando attraverso un amico, posso acquisire il backlink con una spesa inferiore e soprattutto in tempi più brevi.
Dunque il mio consiglio è quello di creare una tua community di persone, nel settore Seo, e puoi farlo cominciando per primo a condividere le tue informazioni con chi ne ha bisogno. Fidati che se dai qualcosa in modo disinteressato a qualcuno, quella persona prima o poi aiuterà anche te. Insomma devi essere tu parte attiva in questo processo, così nell’arco di qualche mese avrai delle persone dalle quali informarti sulle sorgenti di backlinks che possono tornarti utili nelle tue campagne di link building.
Puoi ad esempio seguire i vari gruppi Facebook riguardanti la Seo e contattare gli utenti più attivi o che ritieni possano essere in possesso di informazioni utili. Questo è solo un esempio, puoi trovare informazioni utili anche sui gruppi di Google Plus, eseguendo una ricerca in base alla nicchia che ti interessa, oppure sfruttando LinkedIn. Le opportunità sono infinite ma ricorda che devi partire tu, devi agire e devi condividere le tue informazioni con gli alti, la chiusura non può portare ad altro che ad un’altra chiusura e questa situazione non è vantaggiosa per nessuno. Mi sono sempre chiesto come mai le persone condividano quelli che spesso possono essere considerati dei “segreti”, però con il tempo ho capito che solo dando per primo qualcosa di utile, potrò ricevere in cambio molte più cose senza chiedere.
Tra le strategie più “social” voglio menzionare la tecnica della broken link building. Si tratta di individuare le opportunità di backlinking aiutando i webmaster di altri siti a sistemare i link in uscita che non funzionano più (o che portano verso pagine inesistenti) e proporre di sostituire quel problema tecnico con un link ad una pagina del nostro sito che parli dello stesso argomento.
Fase finale: mantenimento dei posizionamenti
Mi capita spesso di perdere posizionamenti, pian piano nel tempo, se abbandono i miei progetti e se decido che da qual momento in poi debbano andare in maniera passiva. Quando ci si ritrova a gestire più portali in affiliazione, è quasi impossibile star dietro a tutte le faccende che li riguardano, ad esempio l’aggiornamento dei contenuti, le modifiche delle varie sezioni e soprattutto non si ha il tempo e le risorse per continuare ad acquisizione nuovi backlinks in modo costante. Quì molti potrebbero fare questo ragionamento:”Ma se mi sono già posizionato molto bene per tutte le keywords e sono soddisfatto del traffico che ricevo, che senso ha continuare ad acquisire altri backlinks?”. La risposta è abbastanza semplice, così come all’inizio sei stato bravo a far capire a Google che sei la risorsa più autorevole, così dovrai continuare a fare nel tempo. Più il tempo passa e più ti troverai di fronte a questi scenari:
- In rete vengono creati nuovi contenuti e Google ama il contenuto fresco, anzi ne va matto. In alcuni settori come la Tecnologia, è molto difficile rimanere sulla cresta dell’onda se non si pubblicano fresh contests
- Con il passare dei mesi, sicuramente si vedranno all’orizzonte nuovi competitors, cioè siti con contenuto appena creato che ovviamente stanno acquisendo backlinks e stanno diventano popolari proprio come hai fatto tu in precedenza con il tuo sito
Quindi quando ti consiglio di optare per un authority website, lo faccio perché se hai un solo progetto grande, riuscirai a gestire ogni aspetto riguardante i contenuti e la link building in modo molto più pratico e semplice. Non è come pubblicare nuovi contenuti ogni mese su 15 portali differenti e non è come acquisire backlinks per 15 siti ogni mese. Oltre a questo vantaggio ce n’è un altro, cioè con un solo portale puoi ambire ad un trust superiore perché tutto il tuo budget può essere incanalato in un solo progetto, rendendolo così sempre più autorevole ogni mese. In questo modo potrai ambire al raggiungimento di un obiettivo molto più difficile, cioè dominare letteralmente il tuo settore, così come stanno già facendo molti portali.
Ecco un esempio di budget che si può spendere per dei micro-siti. Nei miei casi investo cifre maggiori in link building e somme inferiori per i contenuti, anche perché i due “prodotti” possiedono un prezzo differente. In questo caso, se dovessi scegliere, spenderei quei 1.100 € di contenuti per creare il mio macro-sito e quei 2.200 € per l’attività di link building per lo stesso. Il livello di autorevolezza che raggiungo con un macro-sito spendendo tutto quel budget in un unico portale mi porta ad essere sicuramente più autorevole di quanto riescano a fare quei micro-siti. Sicuramente con il macro-sito riuscirò a vincere battaglie molto più impegnative rispetto a quelle che posso permettermi di combattere con quei micro-siti. Tutti questi concetti uniti alla maggior facilità di manutenzione ed aggiornamento del mio portale più grande, ovviamente mi fanno propendere verso quest’ultima soluzione come quella vincente anche quando si parla di link building.
Velocità di acquisizione
Da ciò che ho avuto modo di sperimentare, si può andare veloci quanto si desidera, a patto che i backlinks siano di qualità. Il famoso effetto Sandbox che si ritiene colpisca i nuovi siti, secondo me è un limite fisico che quasi tutti riscontrano quando partono con un nuovo progetto. Parliamoci chiaramente, è difficile avere budget sufficiente per fare della link building già dai primi giorni dalla creazione del proprio portale. Dalla mia esperienza, ho notato che se si riescono a procurare backlink di alta qualità anche dalla prima settimana di vita del sito, Google non può avere obiezioni ed è quasi costretto a prenderne nota. Differente è invece la situazioni in cui cominciamo ad acquisire backlinks di dubbia provenienza, quegli stessi links a cui Google ha aperto la caccia aggiornando in continuazione l’algoritmo.
C’è da considerare un concetto fondamentale. E’ vero che possiamo andare alquanto spediti, tuttavia ritengo che sia di fondamentale importanza avere prima una base di brand, quindi nelle prime settimane cerco di creare quante più associazioni di brand possibili. Quest’operazione mi agevola per i seguenti motivi:
- Mostro a Google che il mio sito sta acquisendo backlinks perché ormai è diventato un brand più o meno importante, dunque merita quei backlinks
- Non sto facendo semplicemente spam ma dopo che il mio brand è diventato popolare, sta ricevendo backlinks di qualità, quindi si tratta di un processo naturale di crescita
Oltre alla quantità dei backlinks è importante analizzare anche la strategia degli anchor text. Nella fase iniziale, quella che riguarda il branding, è importante utilizzare solamente il nome del brand e l’URL del nostro sito, infatti in questo modo non ci saranno problemi riguardanti la manipolazione. Avere anchor text manipolativi, cioè qufelli in cui è presente la keyword per cui vogliamo posizionarci, può compromettere il nostro progetto sia nelle fasi iniziali che durante tutto il suo ciclo di vita. Per questa ragione cerco sempre di limitare all’osso tali anchor text e preferisco quelli a corrispondenza parziale (keyword + mio nome brand) e quelli solo di Brand.
Se dovessimo utilizzare solamente anchor text brand ci posizioneremo bene lo stesso soprattutto per long tail keywords, non è strettamente necessario utilizzare molti anchor text exact match, Google infatti sa benissimo di cosa parlano le nostre pagine, sempre se siamo stati bravi nell’attività on-page, dunque ci farà posizionare lo stesso, state tranquilli.
Tanti link di basso valore oppure pochi ma buoni?
Mi son sempre posto questa domanda perché nella gestione del budget non è mai facile scegliere. Sicuramente i backlinks low quality sono allettanti e spesso “fanno brodo”, tuttavia con il tempo ho scoperto che un link da una fonte davvero Autorevole non possa nemmeno minimamente essere paragonato ad uno di bassa qualità. Oltre a migliorare il posizionamento su Google, un backlink di alta qualità porta traffico e soprattutto conversioni, l’unità di misura del successo di un progetto online. Di questo argomento se n’è parlato in modo approfondito il 31 Maggio 2018 all’evento Linkami Web Summit nello speech di Flavio Mazzanti e Jacopo Matteuzzi.
Recentemente ho cercato di spiegare questo concetto rispondendo in un gruppo Facebook, dunque ripropongo la riflessione quì perché ritengo di averla esposta abbastanza bene.
Nel post si discuteva dei prezzi di acquisizione quasi assurdi per quanto riguarda i backlinks da una testata molto autorevole e molti consigliavano di ottenere invece più backlinks con lo stesso budget ma con una qualità decisamente inferiore. Ovviamente non posso concordare perché quando ci si trova ad affrontare situazioni difficili in SERP, è necessario utilizzare armi molto più potenti e non 8 guest post di media/bassa qualità, ottenuti magari da domini scaduti rimessi online per il solo scopo di guadagnare dalla vendita di guest posts. Non si tratta solo di un parere personale ma dei test che ho condotto, infatti sono riuscito a ricevere spontaneamente un solo backlink da un’importante rivista online che ha letteralmente fatto schizzare in alto i posizionamenti ed il traffico del mio sito. Il mio era un sito monotematico e questo è il profilo backlink del sito che mi ha linkato.
In questo caso, i costi di acquisizione sono del tutto proibitivi per chi possiede un sito molto piccolo e di nicchia e renderebbero il recupero dell’investimento davvero lungo. Tuttavia se si riuscisse in qualche modo ad ottenere un simile backlink e a trovarsi nel budget, un link del genere da solo può smuovere molto. Sempre se c’è una forte presenza di brand, questa è la base che non può essere trascurata in nessun progetto web.
Dunque io opteri sempre per i “pochi ma buoni”, anche per i “pochissimi ma buonissimi” e quì ti propongo un esempio di un sito, in questo caso non mio, che con questa link building aggressiva ma top quality ha ottenuto risultati degni di nota in pochissimo tempo. Ad ogni incremento di backlink di qualità è corrisposto un miglioramento netto del ranking.
Ho seguito questo sito da vicino perché è un competitor agguerrito per chi possiede un sito affiliato con Amazon (a tal proposito leggi il mio case study sul guadagno con l’affiliazione di Amazon). La loro politica per la link building ha previsto pochi siti ma buoni, infatti sono tra i siti più famosi in Italia, sui quali hanno creato rassegne stampa e contenuti con statistiche e recensioni di prodotti. Il ritmo di crescita è stato sorprendente, in meno di 1 anno hanno ottenuto posizionamenti di tutto rispetto per keywords con traffico di rilievo, a dimostrazione di questo concetto: non ti servono tantissimi backlinks di bassa qualità, te ne servono pochi ma eccellenti. Ecco un esempio dei posizionamenti.
C’è da specificare che in questo caso parliamo di authority website, con una struttura studiata in modo strategico per ottenere il massimo da ogni backlink. Infatti è importante sapere su quali pagine agire per distribuire la link juice in modo ottimale e per ottenere i posizionamenti a cui ambisci. Anche se oggi il discorso sul PageRank non è più di moda, l’algoritmo di Google funziona seguendo sempre queste logiche e la distribuzione della link juice è un argomento che fa riferimento proprio alla distribuzione del PageRank.
Riflessione finale
Ad oggi, la link building è il modo più efficace per scalare le SERPs ma bisogna stare molto attenti a mantenere in equilibrio gli anchor text e la qualità dei siti che ci linkano. L’acquisizione dei link è il modo più veloce ed efficace per posizionarsi ma è necessario avere una solida base di brand perché più andiamo avanti e più Google cerca di capire la rilevanza e l’autorevolezza di un sito captando le informazioni in rete che parlano proprio di noi.
Se il contenuto ti è piaciuto mi farebbe piacere ricevere un tuo commento, sono dell’idea che ci sia sempre da imparare ed il confronto è sempre un’opportunità costruttiva.
…the best or nothing, o si fa link building al meglio oppure è meglio non farla.
Ottimo articolo
Ciao Alessandro, sai che ti stimo molto e queato articolo non fa altro che aumentare la mia stima nei confronti della tua professionalità. Articolo utilissimo, complimenti!
Ok e senza link building artificiale, dopo quanto, con contenuti a cadenza giornaliera, si possono iniziare a vedere dei bei risultati?
Il problema è quanto valore riesci a dare agli utenti, se intendi attendere i backlinks naturali. E’ un processo naturale ed in quanto tale richiede molto tempo. Tuttavia sono una rarità le campagne di link building “naturale”, definite link earning, anche perché non ne sono facilmente prevedibili i risultati.
Ad ogni modo è possibile pubblicare contenuti ogni giorno, anche 10 al giorno, ma il problema è capire cosa desidera la propria audience. Inoltre tutto parte dall’analisi delle SERPs dove desideri posizionarti, non è detto che sia facile anche con una grande mole di contenuti fortemente tematizzati, infatti in questi casi, oltre ai contenuti di valore, serviranno delle campagne di acquisizione, cioè manipolazione (differenti da quelle di link earning).
Articolo molto utile e con contenuti a mio avviso molto avanzati! Complimenti per non tenere per te le tue tecniche come fanno molti.
In linea di massima sono d’accordo che è meglio avere un sito autorevole piuttosto che una miriade di siti da 10 pagine, anche e soprattutto per non disperdere inutilmente budget. Ti faccio una domanda: secondo te, dove arriva il limite tra macro-sito e sito generalista che tratta argomenti troppo diversi tra loro?
Se si esce troppo dalla tematica si rischia di essere penalizzati da Fred, infatti ho visto che anche Davide Marciano ha iniziato a “splittare” il suo affarimiei.biz su più siti diversi a seconda dell’argomento da trattare.
È accettabile che un sito di ricette inizi a parlare di diete?
E un sito travel sulla Toscana? Può mettersi a parlare di mete turistiche di altre regioni rimanendo ugualmente autorevole?
Grazie in anticipo 😉
Ritengo che tu possa creare un sito così ampio da comprendere quasi tutti gli argomenti disponibili in un macro-settore, tuttavia devi essere autorevole in tutti quei sub-settori. Ad esempio il tuo sito di Ricette può “permettersi” di trattare il tema Diete solo quando è diventato davvero rilevante per il tema principale, cioè quello delle Ricette. Ho usato il termine “permettersi” perché se il tuo sito non è rilevante per le ricette come può diventarlo sia per le ricette che per le diete?
In tal senso io espando il sito ad altre tematiche affini solo quando la tematica principale sia stata trattata in modo maniacale. Questo perché se voglio esse autorevole per Google e per gli utenti ho bisogno di trattare l’argomento Ricette al 100% ed una volta che ho concluso quel Topic Cluster posso espandermi invadendo i settori affini.
Ad esempio per come la vedo io non ha alcun senso creare 20 contenuti per i televisori, 20 per i lettori DVD e 20 per i supporti a muro. Sono tutte tematiche affini ma ci sono almeno 400 argomenti da trattare sui televisori, 100 per i lettori DVD ed almeno altri 100 per i supporti a muro (oltre ai modelli sono compresi anche i tutorial e le guide).
Andrò ad inserire i lettori DVD sul mio sito solo dopo aver affrontato le 400 tematiche differenti riguardanti i televisori. Secondo me solo così riesci a diventare un’autorità nel tuo settore, perché potrai permetterti budget più alti e concentrati su un unico argomento. Ritengo che sia meglio essere fortemente rilevanti in un solo settore piuttosto che essere uno dei tanti in più settori.
Ti allego un approfondimento sul funzionamento del clustering applicato alla Seo.
Articolo molto interessante. E della tecnica di recuperare link da siti importanti( es. Repubblica.it ) , analizzando quelli scaduti o non più esistenti, per poi comprare il dominio e fare redirect..cosa ne pensi? Ci può stare in una strategia di link building?
Si, i domini scaduti hanno sicuramente molta forza se possiedono backlinks da siti web molto autorevoli, tuttavia non è facile utilizzare queste tecniche perché molti siti solo apparentemente sono forti e c’è sempre il rischio che siano stati penalizzati in precedenza. Dunque controlla molto bene con WayBackMachine se sono stati spammati negli anni precedenti.
Detto questo ritengo che un dominio scaduto dia il massimo se rimesso in piedi e non con un redirect 301, soprattutto che ogni pagina del dominio scaduto reindirizza sull’home page del nostro money site. Sarebbe meglio simulare un trasferimento di dominio ricreando sul proprio money site tutte le pagine che il sito droppato aveva in precedenza e poi fare tutti i redirect in modo preciso e selettivo. Questa è la soluzione più efficace a mio avviso e dai miei test sta producendo molti più risultati rispetto al semplice redirect senza criterio.
La penso assolutamente come te e ritengo la tua precedente osssevazione ( parlo dei 400 argomenti delle tv per poi parlare dei DVD ), davvero, davvero, una riflessione intelligente.